sabato 14 gennaio 2017

Sedici cose che mi ha insegnato il 2016

Ho letto una lista simile sul blog di “Chiara pensa troppo” e questa è una di quelle mattinata uggiose in cui tutto sembra spaventosamente difficile, anche mettere in pausa Rossana per lavare i piatti. È una di quelle serate in cui tutto sembra nero, nonostante la mia incapacità di essere di impatto. E le ragazze possono anche incoraggiarmi a credere in me stessa e a ballare, foss’anche con Dancing Queen degli Abba, ma resta comunque quella sensazione di sfiducia sedimentata nel mio inconscio. E allora compiliamola questa lista…

1) Posso vivere da sola, in un monolocale, con una serenità mai vista. Sapevo che avrei amato vivere da sola, da ragazzina lo sognavo continuamente, con la speranza che ce l’avrei fatta prima o poi. Ma non avrei mai immaginato che mi sarebbe piaciuto così tanto. Ci sono momenti in cui vivere da solo fa schifo, come quando stai male o quando ti tagli e non sai cosa fare, ma fondamentalmente vivere da solo è una ficata pazzesca, e lo amo.

2) Posso essere una professionista seria. Quando ho iniziato a lavorare, durante lo stage, non lo avrei mai immaginato. Diventare effettivamente una consulente per una grossa multinazionale è stato un grande salto, uno di quelli che ti cambiano la vita e io non pensavo davvero di essere all’altezza della situazione. Non riesco a crederci che è già quasi un anno che sono in questa azienda. È quasi un anno che lavoro, guadagno i miei soldi e vivo.

3) La morte fa parte della vita. Ad aprile, la notte tra l’11 e il 12, mia nonna è venuta a mancare. Non è il primo lutto che affrontiamo come famiglia, ma è sicuramente quello che negli ultimi anni ci ha colpito più duramente. Mia nonna era davvero una delle nostre colonne portanti. Un mese dopo, sono andata a Torino, al Salone del Libro, invece di andare alla messa commemorativa. Mi sono sentita in colpa per un sacco di tempo, perché non credevo di poter andare a vivere un’esperienza unica come al Salone, perché effettivamente era un insulto, una mancanza di rispetto. Per tutto l’anno ho vissuto questi momenti di totale ambivalenza. Poi, però, mi sono detta che mia nonna avrebbe voluto che mi divertissi… e ci ho comunque provato.

4) Il tempo allevia ogni dolore, ma resta lì a far male, come ogni vecchia cicatrice. Il 2016 è stato un anno complicato, di quelli che ti precipitano addosso senza pietà. Sono sopravvissuta, a stento. Tra lutti e terremoto e trasferimenti e perdite, ho perso tanto, ma ecco, ci sono ancora. Un po’ ammaccata forse, ma viva.

5) L’amicizia per me è fondamentale. Mai come quest’anno mi sono resa conto che la mia salvezza sono le mie amiche anche se vivono lontanissime da me, anche se sono lontane chilometri, anche se non ci sentiamo tutti i giorni. Le mie amiche sono la mia salvezza, davvero. E meno male che ci sono. Anche le amicizie nate per caso, e quelle che non credevi possibili.

6) L’Italia è bellissima. E voglio vedere tutto. E si sono una “cultrice del masso” cit.

7) Ho un grosso spirito di adattamento. E continua a sconvolgermi. Nonostante mi abbiano gettato in un progetto di cui non capivo una mazza, e che mi è ancora oscuro. Ho vissuto un mese in albergo, ho preso e mi sono trasferita da un giorno all’altro senza fermarmi. È assolutamente sconvolgente, ma d’altra parte è anche divertente girare cercando una soluzione.  

8) Non riesco a vedermi con occhi obiettivi. Ho dovuto finire la mia autovalutazione e parlando con i miei colleghi mi sono resa conto che per qualcuno quello che faccio non è scontato o banale. Ma io pretendo molto da me stessa, non mi fermo all’inizio, io cerco sempre di fare di più. Ma non so come fermarmi.

9) Il blog è sempre la mia salvezza. Senza blog non riesco proprio a starci, ma anche se in un paio di occasioni il lavoro ha rischiato di fagocitarmi, anche se in un paio di occasioni ho pensato di smettere. Ma non ce la faccio, ho bisogno di parlare di quello che leggo, di condividere il mondo delle mie letture, anche se in maniera frammentata, anche se con scarse capacità. Ma ne ho bisogno, davvero.  

10) A volte ci vogliono delle pause per staccare la spina, altrimenti si impazzisce. Ho compreso che non sono una macchina, che in qualche modo ho bisogno di fermarmi. Devo, devo, devo, mettere dei punti fermi.

11) Il frecciarossa è mio amico. Viaggiare in treno mi piace un sacco, mi rilassa, mi entusiasma… e il frecciarossa è stata la mia salvezza. Ho passato più tempo in frecciarossa che in qualsiasi altro
posto quest’anno.

12) Mi innamoro sempre dei tizi sbagliati. Ecco, purtroppo ho il vizio di invaghirmi sempre delle persone sbagliate, fidanzate, incoerenti, pazze. Me le cerco con il lanternino. Quando poi sembra che si poteva concretizzare qualcosa… sono partita. Ma sono stanca. Voglio la felicità e un tizio che mi rispetti e mi faccia ridere.

13) Diventare adulti fa schifo. Hai un sacco di beghe che devi risolverti da solo, le bollette, la dichiarazione dei redditi, la vita. Insomma crescere è difficile.

14) I sogni si possono realizzare facendo pazzie, e incontrare uno dei tuoi idoli è meraviglioso. E voglio farlo di nuovo, anche se farsi Torino-Lucca in giornata è stato sfinente, ma lo rifarei di nuovo, e ancora e ancora.

15) Posso sentirmi bella anche se non sono una spilungona sexy. Con qualche difficoltà, perché io odio il mio corpo e non mi piaccio molto, odio le mie cosce, il mio seno, il mio corpo in generale, ma sto cercando di accettarmi, di mettere le gonne anche se non le ho mai indossate, di non lasciarmi condizionare dalla mia paranoia. O almeno ci provo.

16) Adoro viaggiare. E non voglio smettere.






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