giovedì 11 aprile 2019

Come stai?

Non importa se ho pianto e sofferto 
questa vita fa tutto da se


“Come stai?” ultimamente è la domanda che mi fa più paura, perché non so come rispondere. Obiettivamente non mi posso lamentare: ho un tetto sulla testa, uno stipendio che mi garantisce la possibilità di vivere bene e di togliermi alcuni degli sfizi che mi passano per la testa (in realtà potrei anche togliermene altri, ma per come sono stata educata tendo al risparmio) non ho particolari malattie debilitanti, ho una famiglia che mi ama molto e che mi sostiene sempre e un mucchio di amici che fanno sempre il tifo per me. Apparentemente sembra tutto molto bello, la realtà dei fatti è che ho un macigno di tristezza che mi spinge in un baratro di oscurità che non fa altro che distruggermi sempre di più. 
Il lavoro mi sta lentamente uccidendo, non capisco più se sono io o sono gli altri, ma la monotonia delle attività, la gestione di un cliente impossibile con cui lavoro da 3 anni, colleghi che in definitiva sembrano sempre poco interessati, manager che rifuggono le loro possibilità, mi fanno desiderare di andare via. Ho provato a chiedere di essere spostata, anche perché sopportare il “pazzo” è diventato quasi impossibile, mi consuma le energie, mi brucia la pazienza, mi dilania la quiete. E va bene la sicurezza, la stima, la fiducia, ma sono stufa marcia. Vorrei un’attività lavorativa che non dico mi renda felice, ma quanto meno mi soddisfi, che mi faccia tornare a casa con la voglia di fare altro, non di mettermi a letto a piangere, che non mi lasci tutta la notte insonne a fissare il soffitto. La salute mentale in definitiva conta di più di tutto, la tranquillità emotiva conta più dei soldi, della carriera. 
Perciò alla domanda “Come stai?” rispondo con un laconico “Bene” o uno sbrigativo “Potrebbe andare meglio” o se sono particolarmente sincera “Una merda”… sono arrivata al fare polemica quotidianamente e io in genere non sono una persona polemica. Tendo a non lamentarmi, a non lasciarmi segnare dalle difficoltà. Generalmente prendo le mie risorse e le utilizzo per combattere. A questo giro la pazienza è finita e resto miseramente a pezzi a dibattermi tra slanci e tentativi. Oramai è solo un’attesa all’opportunità migliore. Oramai è solo il tentativo di sopravvivere a una situazione di stallo, che spero prima o poi finirà.