domenica 24 gennaio 2016

Sunday evening

E' domenica sera, i vetri della finestra appannati, con un gelo persistente che non se ne va. Dovrei fare gli ultimi compiti di inglese del corso, e invece sono qui a tergiversare, ad osservare lo schermo del computer che si riempie di parole, con un libro aperto davanti, perché senza libro non si vive, o almeno io non vivo e sto pensando che è quasi finita, che sto per iniziare una nuova avventura di cui non so nulla, che inizierà la vita vera lavorativa e che dovrò impegnarmi, che sto per partire di nuovo, che è fatta e in qualche modo mi sta venendo l’ansia. Dovrò iniziare una nuova routine e abbandonare i rapporti che ho costruito in tre mesi di convivenza forzata, di lavoro massacrante su progetti e esercitazioni. Tra compiti infiniti e abbigliamenti formali. E intanto ho l’ansia, di nuovo, perché ricominciare da capo è sempre difficile, ma questa volta ho una carica in più, anche se come sempre temo di non farcela, di deludere me stessa e chi mi ha dato fiducia, perché si anche io soffro della sindrome dell’impostore e spero di non mollare perché davvero mi nasconderei in un angolo con le mani tra i capelli a piangere.



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