martedì 8 gennaio 2019

Abbracci dimenticati

Niente supera la delusione di quando scopri che tutti si innamorano come tutti. Cioè come idioti. Pure Luca Ardenghi. 
L'amore è eterno finché non risponde - Ester Viola


Quando ho sciolto l'abbraccio ho capito di averti perso per sempre. Se guardo indietro vedo solo una distesa lunghissima di niente. Ho perso sostanzialmente su tutta la linea. Mi sono resa conto di non essere importante per nessuno. Che un giorno sei fondamentale e quello dopo non lo sei più. Che in fondo ogni atto di gentilezza è tanto effimero quanto inutile. Perdersi in quel mondo che sembra perfetto e che invece è il ripiego per scelte non prese per indagini non affrontate, confronti non alimentati è troppo facile, troppo scontato.  Hai perso già in partenza, quando sei rimasta in sospeso nel limbo di un sentimento cauterizzato, disseminato di intralci, di sospesi, di aberrazioni soffocate e disprezzate. Ci sono giorni insostenibili, dove il peso delle cose da fare è troppo pesante, dove le scelte che compiamo si frangono di fronte alla prospettiva che le forze a disposizione sono quelle, insufficienti a depennare le influenze e le decisioni. È un mare che diventa inchiostro, un ordine di idee che distrugge, che frantuma, che incrina. Passi decisi verso la sensazione di perdita e insofferenza. E anche se cerco di aggrapparmi alla consapevolezza che c’è di più, che in fondo siamo la somma dei nostri pregi e dei nostri difetti, siamo in definitiva la somma algebrica del nostro passato e del nostro presente, è comunque troppo poco. Come quando cerchi il punto di equilibrio di un poliedro irregolare, che non sai su quale lato appoggiarlo, così la nostra vita, un intenso ciclone che fagocita tutto. Ma sta a noi trovare il nostro baricentro, cercare i punti nello spazio che ci aiutano a sedimentare le paure e le incongruenze, a settare l’esistenza nella giusta direzione. Siamo punti di una stessa rete, incastri che si amalgamano per essere sereni. E io non ho ancora trovato la rete giusta. 

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