domenica 6 marzo 2016

Ansia... il mio secondo nome

It is the unknown we fear when we look upon death and darkness, nothing more.
Harry Potter and the Half-Blood Prince – J.K. Rowling


Sto imparando a vivere alla giornata, senza darmi troppa pena di quello che succederà. La vita è così complicata, piena di alti e bassi, troppe incertezze e bisogna avere il coraggio di non mollare, di essere lì sempre anche quando ci sembra inevitabile cadere, anche quando lasciar perdere tutto sembra l’unica mossa possibile. Mi sento come in una partita a scacchi, in stallo, senza la vera consapevolezza di dove andare, come salvarmi, come raggiungere una certa tranquillità interiore senza impazzire. Perché le cose sono cambiate di nuovo. Dopo una brevissima parentesi torinese, segnando il record di permanenza più breve in un progetto, sono a Firenze. Sono qui nella ridente Toscana, anche se sono stata accolta da una pioggia battente e l’Arno che ulula fuori della mia finestra. Sono qui in un’ennesima stanzetta, con il freddo che mi penetra nelle ossa e la sensazione di non essere all’altezza. Domani, domani inizio per l’ennesima volta in un nuovo ufficio, con gente sconosciuta, da sola, irreparabilmente sola, con la consapevolezza che no, sono un impostore, perché diamine mi hanno assunta? Ho l’ansia a duemila, non so cosa aspettarmi e aspetto di non svenire, di non perdermi. Sono terrorizzata all’idea di non essere in grado di farcela, di perdermi nei meandri di una situazione che non mi appartiene. Ho paura, sempre. E ho l’ansia che mi sta fagocitando le viscere. E anche se da un lato sono contenta di iniziare questa nuova esperienza, dall’altro non so davvero come farò a uscirne viva. Perché è complicato e per la prima volta dopo tanto tempo stare da sola e ricominciare da capo mi rende instabile.


Prima o poi ce la farò a smettere di scrivere post depressi. Forse.




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