mercoledì 20 maggio 2015

Di compleanni e altre amenità




Sono una che procrastina, che rimanda, che afferma con convinzione “c’è tempo anche domani”, che dilata il tempo, che si riduce all’ultimo momento, che proroga, che dilaziona, che rinvia, che differisce, che non prende mai una decisione subito, che ha bisogno di tempo, che non crede nella fretta, che si abbandona a immagini mentali che le sembrano più tangibili della realtà.
Sono la classica persona che si perde nei suoi pensieri, che non è mai contenta di come stanno le cose, che vuole di più, che cerca una scorciatoia, che è stufa marcia di dannarsi l’anima per ottenere risultati mediocri e poco soddisfacenti.
Sono il tipo che si perde nei ricordi, che sguazza nella malinconia, che vive di nostalgia, che si frantuma il cuore dietro speranze vane e irrealizzabili, che crede nel senso delle parole, che si fa mille paranoie, che analizza a sfinimento un sorriso e uno sguardo, che alla fine non agisce.
Sono indolente e poco comunicativa, mi perdo, parlo di argomenti superficiali, che restano ancorati solo dietro al mio sorriso, quello che regalo al mondo, perché è più facile sorridere che rivelare il muro di mattoni dietro l’intonaco immacolato.
Il mio senso del dovere frantuma la spontaneità di gesti irrequieti, mi chiudo dietro catene argentee che frenano il mio entusiasmo, sono spinta da moti istantanei e inconsistenti che decadono nell’arco di un nanosecondo.
Sono ferma, vittima di un’evoluzione statica che si perde nei meandri di un tempo imperfetto e inconsistente.
Avete presente la sensazione di riaprire il vostro libro preferito, leggere le righe che conoscete a memoria, seguire le pagine con il guizzo della prima volta, ma in fondo il retrogusto di sapere a cosa andate incontro. Non c’è modo di sfuggire alla morsa di quello che sta per succedere eppure, siete costretti a riviverlo, a riassaporarlo, a sentire le stesse emozioni e gli stessi aghi pungere. La mia vita è così, un vuoto a perdere, un tornare di nuovo a rivivere gli stessi episodi scialbi e a perdermi nelle stesse vicende, senza averci davvero mai capito nulla.
E allora mi struggo nei ricordi.
Un anno fa ero a Bruxelles, alla Université Libre, a maledire il progettista della protesi che avrei dovuto usare per le mie simulazioni. Era il primo compleanno del nostro gruppo e divenne la norma, festeggiare da noi. La sera prima avevo preparato, a mezzanotte, una torta, una crostata di frutta. Nella mia inesperienza di cuoca sgangherata non mi ero resa conto che la frolla cresce, si gonfia al centro e dopo un errore strutturale ero pronta a ricominciare da capo. Ma il mio coinquilino, M., mi suggerì di rivoltarla e usarla lo stesso “che tanto del buco al centro non si accorge nessuno”. E in effetti, quando la portai in laboratorio, tutti ne restarono fulminati. Persino il prof, che la trangugiò come non mai. La sera dopo vari tentennamenti organizzammo una cena nel nostro appartamento. Avrei dovuto prepararla da sola, ma lo stronzo della situazione, perché diciamocelo, c’è sempre, si offrì di aiutarmi. La spesa insieme, la musica del suo telefono, accontentandomi con i Coldplay “che li adoro” e piccole attenzioni e sguardi complici. Il sugo come lo fa lui non lo fa nessuno, la crema al cioccolato perché “ci vuole un altro dolce” e la birra. Una serata meravigliosa…  con le foto, perse, perché il mio HD si è bruciato e ancora non sono riuscita ad andare a ripararlo.
Quest’anno sono a casa, ma la tristezza mi avvince, e anche se non so ancora cosa farò, di certo mi struggerò per l’anno scorso.
Buon compleanno a me!

2 commenti:

  1. Rivivere i ricordi è una dolceamara sensazione. Lo so perché l'ho fatto spesso anch'io, poi con gli anni (non diciamo quanti :D) ho imparato a ripescarli all'occorrenza ma per pochi minuti, poi a lasciarli tornare nel loro cassetto, come se temessi che si potessero stropicciare. E forse, in fondo, è un po' così. Più li "usiamo", più li modifichiamo, abbellendoli o anche abbruttendoli.
    E' stato bello rileggere il tuo ricordo dell'anno passato, perché è un po' anche un mio ricordo, di quando ci raccontavi le tue esperienze quotidiane in trasferta :)

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    1. E' vero che ad averli sempre in mente, i ricordi, si modificano in bene o in male. Soprattutto perché, a volte, le persone ci sembrano migliori o peggiori, a seconda del senno di poi. Vorrei avere tanto altro da raccontare, ma in questo momento la mia vita è vuota... e lo struggermi è la mia miglior difesa!

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