sabato 4 giugno 2016

Waiting for… like a fool

Se già ci apparteniamo poi dopo che succede
vorrei scavarti l'anima raccontarti che si vede
non voglio dalla vita una storia qualunque...



È il brivido che fa la differenza, quell’attimo sospeso di desiderio di quando si sta per muovere un passo verso il cedimento e la paura rarefatta che ti attanaglia le viscere. Sono giorni di attesa questi, vincolati alla paturnia di una scostanza ignobile. Quando ci rivedremo, quando ti rivedrò di nuovo, quando ti fisserò negli occhi che cosa ti dirò? Avrò il coraggio di confessarti quello che mi passa per la testa, che la voglia di accompagnarmi a te è forte, che vorrei abbattere la barriera della mia timidezza e delle mie insicurezze croniche per raggiungerti dall’altra parte del muro di vetro che mi blocca i passi e i battiti? Perché ho paura come sempre di affrontare la realtà. È più facile nascondermi dietro i pensieri stagnanti. E cosa che più mi sconvolge è il fatto che millanto di essere una di quelle ragazze aperte, che non si ritroverà mai persa in una situazione stagnante, che piuttosto si lancia. E poi invece mi ritrovo a fissare il telefono aspettando una prima mossa che probabilmente non arriverà. Perché d’altronde  non stiamo entrambi aspettando un incoraggiamento dall’altro? Non mi sono trincerata anche io in un flirting che non porta da nessuna parte? I nostri battibecchi in fondo non servono a nascondere l’imbarazzo? E quindi resto ancora qui, ferma, in attesa. Come una sciocca.



Nessun commento:

Posta un commento