L’altra sera stavo
messaggiando con a friend of mine e mi ha chiesto “Che fai stasera?” e io gli
ho risposto “Sono a casa, mi guardo un film, che sono a Firenze, non mi sembra
saggio uscire da sola, la sera”. Poi leggo un
post di Mirya sulla sua pagina facebook e mi rendo
conto che non possiamo vivere nella paura di fare le cose, non possiamo
crogiolarci nell’angoscia di uscire di casa e non poter fare quello che ci
piace, quello che amiamo perché temiamo che possa succederci qualcosa di
brutto. È assurdo che io perché donna, perché “sesso debole”, perché il mio no
non viene considerato come tale debba essere costretta a rinchiudermi in casa,
a nascondermi da una città che vorrei scoprire e vivere. E bisogna sempre essere
prudenti, pensare a quello che si dice e come lo si dice, perché si, insomma,
la gente potrebbe pensar male. Ed è inconcepibile che ancora non ci sia l’educazione
a un rispetto che svincoli dai pregiudizi, che sia edulcorato dalla improbabile
forma mentis di generazioni su generazioni di maschilismo estremo. E mi
addolora sapere che sono le donne le prime nemiche di loro stesse, che sono
loro a subire le conseguenze di comportamenti meschini e intransigenti, che
debbano chinare la testa e perdersi in strade inesplorate, col rischio di
essere fagocitate. Dobbiamo avere cura di noi stesse, avere il coraggio di non
subire passivamente, di far rendere conto a chi ci circonda che siamo libere di
agire come vogliamo, alla ricerca di una realizzazione personale che esula da
qualsiasi costrizione.
Non possiamo vivere nella paura.
Le ragazze fanno grandi sogni
forse peccano di ingenuità
ma l’audacia le riscatta sempre
non le fa crollare mai.
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