Torino è una città
meravigliosa, che mi ha conquistato fin dal primo momento in cui ho iniziato a
camminare per le sue strade perpendicolari, i suoi viali lunghissimi, il nucleo
centrale che si irradia verso l’esterno e le stazioni e si propaga fino al Lingotto
e oltre, con quella pianura così diversa dalle mie amate colline. Dal
grattacielo dove lavoro, si uno dei pochi che ci sono, accanto alla stazione di
Porta Susa, sembra quasi di toccare quelle Alpi che cingono da est il capoluogo
piemontese. C’è tanta aria frizzante, quel freddo che ti penetra dentro,
quell’atmosfera da città europea che tanto si discosta dalla fissità dei Borghi
medievali di provincia a cui sono abituata. Torino respira un multiculturalismo
che si nutre anche di cibo, non solo il gianduiotto e la bagna cauda, ma la
carne, quella Fassona che sembra fiorire ad ogni ristorante, i plin, gli
agnolotti, il gelato e il bonet (che se vi piacciono i dolci liquorosi è un
must have).
Mi sono innamorata di
Torino, con quelle atmosfere da fin de siecle, le strade affollate, lo struscio
lungo via Garibaldi della domenica pomeriggio, gli artisti di strada in piazza
Castello, i negozi di lusso di via Roma e via Lagrange, quelle librerie
meravigliose che ti sbucano da un angolo e le gelaterie. Poi adoro il mio quartiere
e il mio monolocale, piccolo, funzionale, e incredibilmente comodo.
È il lavoro che mi
sfinisce, che mi ruba tutte le energie e le ore di veglia, è il lavoro che
risucchia ogni centimetro di vitalità che mi pervade. E non è per lamentarmi,
io sono molto serena e soddisfatta. Il mio capo mi ha detto che ho raggiunto il
mio primo obiettivo, il nostro commerciale ha avanzato l’ipotesi che mi merito
una promozione, e mi ha anche detto che il nostro amministratore delegato sa
chi sono. Il cliente si fida di me e del mio lavoro, tanto da coinvolgermi
nelle decisioni, nelle riunioni, nei pranzi, nelle confidenze. Il team,
eterogeneo e ricco, è estremamente divertente, anche se venato di un
maschilismo irritante, è comunque formato da bravi ragazzi, con cui è facile
lavorare. L’atmosfera è allegra e vivace, e mi sono già inserita nelle
dinamiche, nelle prese in giro, nelle battute, nelle risate. Oggi sono andata a
pranzo con soli interni, eppure mi fanno sentire così a mio agio, che non si
sentono le divisioni da “ehi sei una consulente, addio, scompari, non posso
parlare con te. Eppure la pesantezza degli orari sempre più tardi inizia a
farsi sentire. Eh si che è con i progetti così sfidanti che si impara di più, è
con questi progetti allucinanti che ci si forma nel mondo della consulenza. Eppure,
a volte, vorrei solo avere più tempo da dedicare al blog.
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