Ah come sanno anche i muri sto cercando lavoro, da
mesi ormai. Si mesi, ok… mi sono
laureata il 18 febbraio e da allora sto cercando un’occupazione. Contiamo
il fatto che a marzo ho sostenuto il TOEFL, senza neanche seriamente
prepararmi, e infatti ho finito per prendere 90/120 (ho toppato lo speaking una
domanda su cos’è la felicità per me, neanche in italiano saprei rispondere. E
il saggio del writing sull’inquinamento e le soluzioni dei governi? Bah…). Perché io sono così provo un determinato
entusiasmo per una certa cosa, ma poi non ho costanza, mi lascio distrarre e
alla fine ottengo risultati mediocri. Vogliamo parlare del fatto che mentre
scrivevo la tesi mi sono messa ad organizzare un progetto complicato con il mio
lit-blog insieme ad altri 8 blog?
Insomma, di certo non riesco a stare con la testa
su una sola cosa e finisco per avere un feedback che si perde nella mediocrità.
Sono imprevedibile e ho bisogno di avere stimoli. Questa forzata immobilità mi
sta letteralmente mandando via di testa. Apprezzo il fatto di avere le giornate
vuote, in discrezione di quello che ho voglia di fare, ma allo stesso tempo mi
sento in crisi, incartapecorita nel mio essere disoccupata. Studiare ingegneria
mi ha tolto tantissime energie, la
specialistica è stata davvero un incubo, sono partita per l’Erasmus con la
voglia di mettermi in gioco e stare sei
mesi a Bruxelles è stata l’esperienza più meravigliosa della mia vita. Una
volta tornata con la depressione post Erasmus ancora in circolo (esiste, è
reale, ed is a bitch da sopportare) mi sono messa sotto e in cinque mesi ho
dato i cinque esami che mi mancavano, quelli più tosti del mio piano di studi,
RF, Compatibilità, Sicurezza, Micro e Nano Elettronica e Robotica assistiva che
comprendeva anche un progetto di gruppo che io ho finito per fare da sola. Un
calvario fatto di formule di elettromagnetismo, dimostrazioni, progetti con
software che capire era un massacro e l’urlo di fare un esame a mese, che sennò
a febbraio non mi laureo. Ultimo esame 13 gennaio, ultimo termine per fare
esami 15 gennaio. La tesi, su cui ho lavorato a Bruxelles, scritta in un mese,
in cui uscire di casa era un lusso che non potevo concedermi. RF che ho dato ad
una settimana dal mio rientro a casa, con l’ansia di un esame su cui ho sputato
sangue con quei dannati mosfet che in via teorica sai come funzionano, con i
semiconduttori che friggono, ma che poi vallo a spiegare con le buche di
potenziale e la meccanica quantistica che piega le tue conoscenze e mette alla
prova la tua pazienza.
E ora eccomi con un esame di stato rimandato a
data da destinarsi, voglia zero di studiare e il dover ripiegare su un
Dottorato, che proprio all’università non ci voglio stare. Ma girando a far
colloqui mi sto rendendo conto che non so davvero cosa voglio far da grande,
quel grande che già sono e che devo spicciarmi. Ringrazio il cielo che ho
ancora i miei a tenermi un tetto sopra la testa e che mi danno cibo in mano, ma
alla fin fine io vorrei scappare da questo Borgo perduto tra le colline, voglio
di più di quello che mi freme tra le mani. Voglio la mia indipendenza
economica, voglio viaggiare, voglio l’America. Ma trovare un impiego è un
lavoro a tempo pieno e forse lo sto facendo in maniera sbagliata. Io non ho
esperienza e non so neanche se voglio davvero fare l’ingegnere. Le protesi,
quel maledetto occhio bionico che ha segnato la mia strada, mi ispirano, ma… mi
vedo davvero a lavorare in questo settore? Non lo so. Non mi sento un ingegnere
e in fondo, in questo momento, per la maggior parte del tempo ho le mani in
pasta con i libri, leggo libri, recensisco libri, parlo di libri. Ma con un
percorso universitario così lontano dall’editoria, potrò lavorarci dentro? È sempre
quel maledetto problema di essere un essere così ibrido, interessato di arte,
cultura e scienza. Ho passato otto anni della mia vita a far volontariato in un
ufficio turistico, amando il rapporto con gli altri, vivendo di visite guidate
e chiacchiere con la gente, istruendole sul mio paese, parlando della vita
della mia comunità e mi ci vedo in quella veste, mi ci vedo a farlo per la
vita… ma come dove perché non lo so.
Insomma sono una neolaureata disoccupata che non
sa cosa vuole dalla vita. E fa schifo!
Come ti comprendo! T^T
RispondiEliminaAlla fine usciremo tutti fuori dal tunnel! <3
Lo spero vivamente. Francamente anche riflettendo a mente lucida sono ancora sul chi vive, non so cosa e boh...
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