Sono una che procrastina, che rimanda, che afferma
con convinzione “c’è tempo anche domani”, che dilata il tempo, che si riduce
all’ultimo momento, che proroga, che dilaziona, che rinvia, che differisce, che
non prende mai una decisione subito, che ha bisogno di tempo, che non crede
nella fretta, che si abbandona a immagini mentali che le sembrano più tangibili
della realtà.
Sono la classica persona che si perde nei suoi
pensieri, che non è mai contenta di come stanno le cose, che vuole di più, che
cerca una scorciatoia, che è stufa marcia di dannarsi l’anima per ottenere
risultati mediocri e poco soddisfacenti.
Sono il tipo che si perde nei ricordi, che sguazza
nella malinconia, che vive di nostalgia, che si frantuma il cuore dietro
speranze vane e irrealizzabili, che crede nel senso delle parole, che si fa
mille paranoie, che analizza a sfinimento un sorriso e uno sguardo, che alla
fine non agisce.
Sono indolente e poco comunicativa, mi perdo,
parlo di argomenti superficiali, che restano ancorati solo dietro al mio sorriso,
quello che regalo al mondo, perché è più facile sorridere che rivelare il muro
di mattoni dietro l’intonaco immacolato.
Il mio senso del dovere frantuma la spontaneità di
gesti irrequieti, mi chiudo dietro catene argentee che frenano il mio entusiasmo,
sono spinta da moti istantanei e inconsistenti che decadono nell’arco di un
nanosecondo.
Sono ferma, vittima di un’evoluzione statica che
si perde nei meandri di un tempo imperfetto e inconsistente.
Avete presente la sensazione di riaprire il vostro
libro preferito, leggere le righe che conoscete a memoria, seguire le pagine
con il guizzo della prima volta, ma in fondo il retrogusto di sapere a cosa
andate incontro. Non c’è modo di sfuggire alla morsa di quello che sta per
succedere eppure, siete costretti a riviverlo, a riassaporarlo, a sentire le
stesse emozioni e gli stessi aghi pungere. La mia vita è così, un vuoto a
perdere, un tornare di nuovo a rivivere gli stessi episodi scialbi e a perdermi
nelle stesse vicende, senza averci davvero mai capito nulla.
E allora mi struggo nei ricordi.
Un anno fa ero a Bruxelles, alla Université Libre,
a maledire il progettista della protesi che avrei dovuto usare per le mie
simulazioni. Era il primo compleanno del nostro gruppo e divenne la norma,
festeggiare da noi. La sera prima avevo preparato, a mezzanotte, una torta, una
crostata di frutta. Nella mia inesperienza di cuoca sgangherata non mi ero resa
conto che la frolla cresce, si gonfia al centro e dopo un errore strutturale
ero pronta a ricominciare da capo. Ma il mio coinquilino, M., mi suggerì di
rivoltarla e usarla lo stesso “che tanto del buco al centro non si accorge
nessuno”. E in effetti, quando la portai in laboratorio, tutti ne restarono
fulminati. Persino il prof, che la trangugiò come non mai. La sera dopo vari
tentennamenti organizzammo una cena nel nostro appartamento. Avrei dovuto
prepararla da sola, ma lo stronzo della situazione, perché diciamocelo, c’è
sempre, si offrì di aiutarmi. La spesa insieme, la musica del suo telefono,
accontentandomi con i Coldplay “che li adoro” e piccole attenzioni e sguardi
complici. Il sugo come lo fa lui non lo fa nessuno, la crema al cioccolato
perché “ci vuole un altro dolce” e la birra. Una serata meravigliosa… con le foto, perse, perché il mio HD si è
bruciato e ancora non sono riuscita ad andare a ripararlo.
Quest’anno sono a casa, ma la tristezza mi
avvince, e anche se non so ancora cosa farò, di certo mi struggerò per l’anno
scorso.
Buon compleanno a me!
Rivivere i ricordi è una dolceamara sensazione. Lo so perché l'ho fatto spesso anch'io, poi con gli anni (non diciamo quanti :D) ho imparato a ripescarli all'occorrenza ma per pochi minuti, poi a lasciarli tornare nel loro cassetto, come se temessi che si potessero stropicciare. E forse, in fondo, è un po' così. Più li "usiamo", più li modifichiamo, abbellendoli o anche abbruttendoli.
RispondiEliminaE' stato bello rileggere il tuo ricordo dell'anno passato, perché è un po' anche un mio ricordo, di quando ci raccontavi le tue esperienze quotidiane in trasferta :)
E' vero che ad averli sempre in mente, i ricordi, si modificano in bene o in male. Soprattutto perché, a volte, le persone ci sembrano migliori o peggiori, a seconda del senno di poi. Vorrei avere tanto altro da raccontare, ma in questo momento la mia vita è vuota... e lo struggermi è la mia miglior difesa!
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